Deirdre

La Foresta ha cambiato rapidamente aspetto.
Dopo Druid’s Grove, seguendo il cammino tracciato per loro da Scarloc, Sylar e Gandrell hanno attraversato la zona centrale della Grande Foresta. Alberi contorti e sottobosco intricato hanno lasciato il posto ad una vegetazione ancora più imponente e impressionante. I tronchi degli alberi svettano come colonne di una immensa cattedrale dal terreno verso il cielo. Impalcature imponenti di rami filtrano la luce del sole avvolgendo l’atmosfera in una verde penombra. Infine, il terreno stesso sotto i loro piedi cambia: i dislivelli cominciano ad aumentare, ampie fessure e crepacci si aprono d’improvviso, insidiosi, mascherati da arbusti spinosi. Roggie sussurranti scorrono fra quei crepacci. Una nebbia sottile avvolge il terreno rendendo difficile persino decidere dove posare i piedi.

“Ci stiamo avvicinando al bosco di Turlang” sentenzia Scarloc. “La foresta diviene strana e imprevedibile. Aspettiamoci da un momento all’altro un segnale, un avvertimento…”
Sono trascorsi due giorni e una notte da quando hanno lasciato Druid’s Grove, e hanno sempre cercercato di mantenere la direzione est-nordest, per quanto possibile. Gandrell è stanco e silenzioso, Sylar teso e smanioso di vedere qualcosa, qualunque cosa che testimoni la presenza di quella fantomatica entità chiamata Turlang di cui tutti parlano, che tutti temono e rispettano, manifestarsi.

Scende la notte, ed è nuovamente ora di accamparsi. Anche quest’oggi, non hanno incontrato nulla, nessun pericolo né alcun indizio che siano sulla giusta strada. Seguono il sentiero finché possono, nonostante l’oscurità, che comunque non è un problema per nessuno di loro.
D’un tratto, spuntano fuori dalla vegetazione in un’ampia radura. Davanti a loro gli alberi della foresta sembrano formare un muro impenetrabile, un tutt’uno con il sottobosco. Scarloc e Sylar perlustrano davanti a loro in cerca di un passaggio che non devi troppo dalla direzione che stavano tenendo. Ma è la voce di Gandrell a richiamare la loro attenzione.
“Il sentiero da cui siamo arrivati… Dov’è finito?”

Si voltano e tornano sui propri passi: il giovane mistico non ha nello spirito d’osservazione la sua arma migliore. Tuttavia questa volta sembra aver ragione: nonostante abbiano percorso solo pochi passi nella radura, non sono in grado di ritrovare il sentiero da cui sono arrivati. Spesso nella foresta accade, è sufficiente che la vegetazione si richiuda dopo il passaggio e non si è in grado di riconoscere lo stesso luogo a pochi metri di distanza. Eppure stavolta è diverso, non è di questo che si tratta.
Scarloc opta per un metodo infallibile: segue le tracce che hanno lasciato a ritroso.
“Venite a vedere! Subito!”
In un attimo gli altri due sono al suo fianco.
“Ecco le nostre orme le vedete? Finiscono dritte sotto le radici di questo albero!”
“Vuol forse dire che questo albero non era qui, prima?”
“Non so spiegarlo. Di certo noi siamo passati da qua un attimo fa… ed orala strada è chiusa!”

Un sincero sgomento coglie i nostri tre. La strada innanzi a loro è bloccata come pure quella alle loro spalle. Fuggire significherebbe aprirsi la strada a colpi di spada attraverso una coltre di vegetazione fitta come un muro.
“Siamo in TRAPPOLA!” ringhia Scarloc. In un attimo la potente spada a due mani incisa di rune compare fra le sua mani. Sylar ha già in pugno la sua arma a due lame ma non dice una parola: affina i sensi in attesa che il qualcosa si manifesti.

Non devono attendere a lungo.
Un battito d’ali sopra le loro teste, fra le fronde degli alberi più alti. Una grande creatura alata oscura le stelle e la luna nel cielo notturno discendendo con rapidi cerchi verso di loro, nella radura. La mente di Sylar per un attimo va in cortocircuito, assalita dai ricordi di un episodio della giovinezza. La prova d’iniziazione all’età adulta, la caccia all’uovo di viverna. La prima volta che ha tradito. La prima volta che ha avuto paura di morire.
Ma non è un drago o una viverna la creatura che cala silenziosa su di loro. L’aspetto è meno pericoloso, anche se forse non meno inquietante. Un gigantesco, maestoso gufo dalle piume candide come la neve e dai vitrei occhi d’oro e ambra. Si posa sui rami sopra le loro teste, ben lontano dalla portata della armi dei due guerrieri. Li fissa con uno sguardo pieno di cosapevolezza e sensienza non umane, ma neppure animali.
Un attimo dopo spicca di nuovo il volo planando giù dal ramo, diretto verso il suolo. Ma non ha le stesse sembianze quando tocca il terreno. Ha trasfigurato con una velocità impressionante, un un nugolo di piume che divengono carne, in un battito d’ali che divengono braccia. Ora, di fronte ai tre increduli spettatori, si erge al centro della radura una creatura dall’aspetto femminile. Gli occhi sono ancora quelli del gufo, almeno nel colore, e i capelli sono piume bianche. Le lunghe gambe affusolate terminano con artigli di rapace. Una creatura insieme di una bellezza e di una maestosità impressionanti.
Li fissa con lo stesso sguardo inquisitivo, attendendo un segnale o una parola.

Come sempre, è Gandrell a parlare per primo.
“Siamo viandanti, forestieri. Sappiamo che questo è il territorio di Turlang. Chiediamo solo il permesso di attraversarlo. Non arrecheremo nessun danno alle creature e alle cose, se non per quello che ci è strettamente necessario a sopravvivere…”
La creatura inclina la testa in modo curioso. Non da segno di aver inteso le parole del mistico.
“Lascia provare me” dice Scarloc. “Proverò nella Lingua dei Boschi.”
Gandrell e Sylar non possono far altro che attendere mentre il mezzelfo si rivolge alla strana creatura in un idioma mai udito prima, che sembra quasi il fruscìo del vento fra le fronde, il sussurro delle acque che zampillano dalle rogge nascoste. Questa volta la creatura mostra interesse. Risponde nello stesso idioma, con una voce profonda e ultraterrena che nessuno si aspettava.
Scarloc si rivolge ai compagni: “Ha detto che riferirà quanto gli abbiamo riportato…”
Subito dopo, la creatura balza verso l’alto e di nuovo, in un battito d’ali, si trasforma nella forma alata e vola via verso il cielo notturno.
“Cosa dobbiamo aspettarci?” chiede Gandrell.
“Non so. Sicuramente Turlan manifesterà la sua volontà a breve. Possiamo solo aspettare…”
“Attenderemo fino all’alba” soggiunge Sylar. “Poi proseguiremo, con ogni mezzo. E vediamo se questo Turlang deciderà di ostacolarci…”
Ciascuno di loro, persino lo spavaldo mezzodrow, spera che non sia così che andranno le cose.

L’indomani mattina, all’alba, è Scarloc a svegliare il gruppo.
“Guardate!” dice. “Un sentiero si è aperto di fronte a noi!”
“Un segnale” commenta Gandrell. “Possiamo proseguire…”
E si rimettono in marcia.

Alcune ore dopo, procedono ancora nel silenzio innaturale di una maestosa foresta gigante. Hanno l’impressione di trovarsi in uno dei lughi più antichi del Faerun. Un luogo dove le rocce e gli alberi sono stati testimoni del passaggio di creature potentissime e antichissime, quando ancora le Potenze calcavano il suolo di Toril.
D’improvviso, alle loro spalle e sopra le loro teste, qualcosa si muove fra i rami più alti degli alberi. E’ da un po’ che hanno l’impressione di essere osservati da qualcuno, o qualcosa… Qualcuno che si muove nascosto fra le fronde e il sottobosco, qualcuno molto veloce e silenzioso. Ora ne hanno la prova.
Dall’alto degli oltre trenta metri che li separano dall’ultima impalcatura di rami dei giganteschi latifoglie scendono verso il suolo numerosi viticci, o corde. Appesa a ciascuno di essi vi è una figura umanoide, avvolta in vesti mimetizzate con sterpi e fronde. Si fermano a pochi metri dal suolo. Li hanno circondati in un attimo. Sylar Gandrell e Scarloc non tentano neanche la fuga. Tengono pronte armi e magia e attendono di capire cosa accadrà.

Non sono elfi quelli che li hanno circondati.
Sono donne, o quantomeno esseri umanoide dalle parvenze femminili. Molto femminili.
Grandi occhi dai colori dei fiori, morbidi capelli serici, forme generose che traspaiono in maniera fin troppo evidente da “vesti” di viticci e foglie. Visi dolcissimi e sensuali, e sembianze angeliche a nascondere il pericolo. Sono cresture che possono stregare con un solo sguardo un uomo, e trapassare il suo cuore con uno strale d’amore e passione… oppure con una freccia vera e propria, di quelle che portano alla vita, spacciandolo in un attimo. Abitanti della foresta più profonda… un tutt’uno con la foresta stessa. Spiriti quasi elementali e insieme carne e sangue… Driadi!

Mentre la maggior parte di loro – saranno più di una dozzina – rimane sospesa a mezz’aria, la più vicina di loro si lascia cadere al suolo con agilità eccezionale, leggera e leggiadra come una piuma. E’ la più bella di quelle creature bellissime: capelli biondo miele ricciuti che ricadono lunghissimi sulla schiena, intrecciati con fiori di mille colori; bocca carnosa e occhi di un azzurro micidiale. Porta sulla schiena un corto arco di legno e una faretra di frecce, e in una mano stringe una lunga sottile lancia da caccia.
Muove passi sicuri verso i tre forestieri che hanno un aspetto tutt’altro che rassicurante, apparentemente senza mostrar segno di timore o paura.
“Benvenuti, viandanti” si rivolge loro con voce flautata come il canto di un usignolo, parlando in elfico. “Vi do il benvenuto nella Foresta Profonda a nome di tutte le mie sorelle. Il mio nome è Deirdre.”

“Siamo solo di passaggio” spiega Gandrell. Le driadi li hanno circondati e già con sorrisi e risate maliziose si sono avvicinate a loro da ogni parte. Sylar non abbassa la guardia: ha tirato su il cappuccio e nasconde il volto, una sana abitudine che mille volte lo ha salvato dall’essere aggredito. Scarloc sembra invece più a suo agio. Probabilmente sottostima il pericolo: quelle creature leggiadre non sembrano veramente pericolose. I loro gracili corpi e le loro piccole armi non sembrano in grado di impensierire i due robusti combattenti coperti di cuoio e acciaio. Ma non sono le frecce e le punte di lancia che preoccupano Sylar…
“Di passaggio? E perché invece non fermarvi qui? E’ un luogo meraviglioso questo… almeno per riposare un po’… sarete stanchi per il lungo viaggio…”
“Certo, lo siamo. Ma il nostro viaggio non è ancora giunto al termine. Per questo motivo non possiamo accettare la tua generosa offerta. Ci fermeremo giusto il tempo di rifocillarci. Dobbiamo proseguire…”
“Lasciatevi il tempo di decidere, piuttosto. Siate nostri ospiti, almeno per stasera…”
Gandrell rimane silenzioso un istante cercando il consenso nello sguardo dei suoi compagni. Subodora un possibile pericolo, e teme giustamente le malìe di quelle creature dall’aspetto così attraente ma dalla mentalità così diversa dalla loro.
“Accettiamo l’ospitalità” dice alla fine. “Grazie molte.”
“Bene! Stasera festeggeremo il vostro arrivo forestieri!”

“Perché hai detto loro che avremmo accettato? Non mi fido di loro…” Sylar approfitta di un momento di distrazione delle driadi per sussurrare queste parole alle orecchie di Gandrell.
“Non è il caso di contrariarle subito. Mi danno l’impressione di essere creature assai volubili. Meglio vedere di assecondarle. Forse possono esserci utili. Magari Maristarre le ha incontrate…”
Poi si rivolge a Deirdre. “Stiamo cercando una persona in realtà… il nostro viaggio ha uno scopo ben preciso.”
“Una persona dici? E chi mai potreste cercare in questo luogo se non Deirdre e le sue sorelle?” ammicca maliziosamente la bellissima driade.
“Una forestiera, come noi. Una giovane donna… Noi seguiamo le sue tracce…”
“Una giovane donna che viaggia da sola? Se di qui passano pochi forestieri, ancor meno sono donne sole…”
“Io non ho mai detto che sia sola…”
“No? Devo averlo immaginato io…” sorride ancora.
“Sai dirci qualcosa di lei, quindi? L’hai incontrata o hai notizia di qualcuna delle tue… sorelle… che l’abbiano avvistata?”
“E’ presso di noi. Anche aveva una destinazione, ed ha deciso invece di fermarsi…”
“Cosa? Mi dici che questa donna è vostra ospite? Capelli rossi come il fuoco… si chiama Maristarre…”
“Non è nostra ospite. Vive con noi, adesso.”
“Puoi portarmi da lei?”
“Senz’altro lo farò. Verrete tutti, e sarete nostri ospiti…”

Gandrell è comprensibilmente attonito. Non sa nemmeno lui se credere o meno alla creatura dei boschi. Finalmente sembra che la loro ricerca sia giunta a buon fine. Non sa spiegarsi molte, troppe cose, ma deve fidarsi per forza di Deirdre.
Si rivolge ai suoi compagni. “Avete sentito?”
“Non ci speravo davvero più” commenta a bassissima voce Sylar. “Vedremo se davvero è loro ospite, o prigioniera. Verrà via con noi, oppure sarà peggio per lei…”
“Aspetta, aspetta. Niente fretta. Possiamo giocarcela senza ricorrere allo scontro. Voglio innanzitutto assicurarmi che sia lei, che sia viva, che sia in retti sensi. Parlare con lei.”
“Andiamo…”
“No. Non possiamo andare tutti quanti laggiù. Se poi si trattasse di una trappola? Se volessero usare qualche magia su di noi? Se volessero costringerci a rimanere ospiti per sempre?”
“C’è questa eventualità. Sarà peggio anche per loro, allora…”
“Aspetta, c’è un’altro modo.”
“Cosa proponi?”
“Andrò io solamente. Dirò loro che voglio parlare con lei prima, e poi voi ci raggiungerete. Rimarrete qui e attenderete il mio ritorno, o un segnale. Se non dovessi far ritorno… beh… conto su di voi per non restare per sempre ospite di queste bellissime ospiti. O per vendicare la mia morte.”
“Puoi contarci, infatti.”
Anche Scarloc è d’accordo.
Si tratta solo di convincere Deirdre.

La cosa si rivela più facile del previsto.
Gandrell ha capito di avere un qualche ascendente sulla bella ninfa dei boschi. Dal canto suo, Deirdre è davvero una creatura affascinante non solo per la bellezza fisica, ma anche per i modi spontanei e maliziosi al tempo stesso. Gandrell non è del tutto immune a questo fascino, né vorrebbe esserlo.
Le driadi hanno lasciato solo Scarloc e Sylar e si sono dileguate nella foresta. Deirdre ha deciso di percorrere la strada fianco a fianco con Gandrell.
“Sei molto bello” lo stupisce d’improvviso.
“Uh… beh… grazie…”
“Non ho visto mai un uomo della tua specie, ma tu sei il più bello dei tuoi tre compagni…”
“…”
“Mi piaci. Sono innamorata di te.”
Gandrell a stento trattiene un sorriso. La spontanea ingenuità di queste creature è qualcosa cui non era preparato.
“Sì, beh… anche tu sei bellissima, sicuramente. Ma noi umani ci innamoriamo in maniera diciamo… diversa. Ci serve più tempo per capire di essere o meno innamorati di una persona…”
“Non capisco. Ti piaccio, dici. Allora perché non mi ami?”
“Beh, dovremmo prima conoscerci meglio. Certo che mi piaci, a quale uomo non piaceresti?”
“Allora conosciamoci meglio. Vieni con me. Voglio mostrarti un luogo meraviglioso…”

Gandrell segue Deirdre nel folto della foresta, deviando dal sentiero che stavano seguendo.
Lei lo tiene per mano e saltella di fronte a lui con l’agilità di un cerbiatto. Spesso si volta a guardarlo e sorride. Il suo viso bellissimo si illumina di una luce quasi soprannaturale. Gandrell è confuso, e teme di star per perdere il controllo della situazione. E’ una cosa che normalmente odierebbe. Ma non ora. Non può e non vuole resisterle.
Giungono sulle rive di una polla d’acqua purissima. Una piccola cascata cristallina esce dalle rocce coperte di muschio e si getta nell’acqua sottostante. Fiori colorati crescono sulle rive. Farfalle multicolori volano attraversando drappi di luce che scendono dalle fronde degli alberi. Sì, quel luogo è davvero meraviglioso. Ma la sua bellezza non è nemmeno paragonabile a quella di Deirdre. Lei gli sorride ancora, gettandogli le braccia al collo.
“Non è bellissimo qui, mio amato?”
“Davvero bellissimo… e tu sei bellissima…”
Si baciano appassionatamente.

4 Risposte to “Deirdre”

  1. Complimenti per i racconti e gli scritti pubblicati, un blog veramente ben fatto! 🙂 Mi sono permesso di aggiungervi sul nostro blog (D&D 4e/FR 4e) su http://dndcove.wordpress.com

  2. Verrò a trovarvi quanto prima, vi aggiungo anch’io! 😉

  3. Ciao, volevo comunicarti che sta nascendo un nuovo progetto per creare un blog aggregatore che contenga tutti i blog GDR italiani… Una sorta di directory, o network, globale per gli appassionati del genere.
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    Ho disabilitato i commenti perchè è una versione di test, ma sono raggiungibile via mail (mb@clavisaurea.com) o msn (insane@email.it) o sul nostro blog http://dndcove.wordpress.com

    Grazie della collaborazione,
    Marco

  4. Ciao, ti comunico che http://www.gdrblogs.it è attivo.

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